Finchè avrò voce – 25 novembre 2022

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Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne

Pubblichiamo l’articolo, apparso a pag 4-5 del numero 10/11 di Cronache e Opinioni, che affronta la tematica della violenza sulle donne

CONTRO LE DONNE

Si parla molto della violenza sulle donne, una realtà colma di spine come quelle che colpiscono, dilaniano, feriscono il corpo, il cuore, la mente e l’anima di troppe donne. Siamo in epoca moderna, iper tecnologica eppure certe concezioni sono arcaiche, ancora radicate nella mente, nei pensieri, nelle azioni di alcuni uomini. Fintamente moderni sono fortemente possessivi, manipolatori, despoti, incapaci di ammettere, tollerare, accogliere la libertà emotiva, mentale e pratica della loro compagna. Come se una partner autonoma e libera, sicuramente li abbandonerà. Sono uomini insicuri, fintamente equilibrati, non realizzati come persone e professionisti, possessivi, controllanti, temono la separazione, l’abbandono, sono terrorizzati dalla crescita della loro compagna, non vogliono una relazione alla pari anche se dichiarano il contrario.  Sono figli e nipoti di una società in cui le donne rimanevano a casa e l’uomo era il detentore del potere economico di tutta la famiglia. Oggi, da adulti, la loro compagna lavora anche fuori casa, non solo per piacere personale, non solo per realizzarsi come persona, ma anche per necessità familiare.

La violenza fisica è tangibile, le donne arrivano in terapia livide, terrorizzate, scosse, si sentono in colpa per avere “provocato la reazione violenta”, inizialmente ne sono convinte, certe del fatto che il loro diniego, il tentativo di dire no alla aggressione, l’affermazione del loro pensiero, siano stati il motivo della violenza stessa e che sia giusto ricevere una tale “punizione”. Si sentono incatenate, ingabbiate, prigioniere di un uomo che dichiara di amarle ma è solo la guardia armata alla loro libertà. Si trovano di fronte uomini che dopo l’atto si scusano, dichiarano il loro amore, piangono e chiedono perdono e si inteneriscono mettendo in dubbio il loro sentire e la loro voglia di scappare via. Passa del tempo prima che arrivino alla consapevolezza che non siano responsabili di tali atti, che non ci sia nessuna affermazione, pensiero od atto che vada punito, prima che sentano che l’amore deve essere libertà di pensiero, azione, confronto costruttivo, prima di capire che il rapporto violento è solo un amore spinoso e prima che riescano a dire di no a tutto questo. La violenza è ogni forma di costrizione fisica, psichica, economica e sessuale che induca terrore, paura, senso di colpa, sofferenza, in alcuni casi la morte. Si parla più della violenza fisica e sessuale che di quella psicologica che non lascia segni ed ematomi sul corpo, ma nella mente e nell’anima. Mina il senso di sé, fa vacillare ed incrinare l’autostima; perpetrata nel tempo ci si convince della giustezza degli attacchi e si mette in dubbio il proprio sentire che continua ad urlare silente “No!” a tutta questa condizione. Sono donne che vivono offese continue, accuse, minacce, insulti, umiliazioni, isolamento sociale, limitazione della autonomia, della libertà di pensiero, controllo economico, proibizioni, esclusioni dalla possibilità di prendere decisioni personali, sulla coppia e sulla famiglia, svalutazione del proprio ruolo familiare, sociale, lavorativo. Forme differenti di controllo sugli spostamenti nella giornata, sull’utilizzo del telefono, dei social. Ci sono frasi ricorrenti come: “Non vorrai uscire vestita in questo modo? Guarda come sei grassa! Non capisci niente! Senza di me non riusciresti a fare nulla! Tanto non sei capace. Non vali nulla. Vuoi fare questa cosa? Eppure ero stato chiaro dicendoti che non ero d’accordo!”.

Un nuovo tipo specifico di manipolazione personale è il gaslighting che è una forma di violenza psicologica messa in atto contro la persona e con l’obiettivo di farla dubitare di se stessa, delle sue percezioni, della sua memoria, della sua capacita di valutare la realtà fino a farla sentire inaffidabile, disorientata, inadeguata.

Tutte queste forme di violenza sono messe in atto per controllare, dominare, schiacciare la partner, istillando paura, confusione, minando ferocemente l’autostima e la percezione di sé, sono traumatizzanti. Le donne possono manifestare sintomi ansiosi, depressivi, disturbo da stress post-traumatico. Ancora oggi di violenza psicologica si parla di meno, anche nell’immaginario collettivo, quando parliamo di violenza, si pensa subito all’aggressione sessuale e fisica. Eppure quello che accade tra le mura domestiche si tinteggia di innumerevoli colori e sfumature, spesso i maltrattamenti tra partner sono confusi come naturali conflitti di coppia. Uscire da tutto questo è possibile, necessario. Chiedere aiuto psicologico e legale è il primo, coraggioso, passo per riuscire a dire no all’aggressione, sì alla propria vita, sì alla propria libertà di pensiero, sentire, agire; curando e sanando le ferite inferte sul corpo, mente e anima!

Valeria Carpino