Ambiguità linguistica

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Il termine “nazione” non è sinonimo di patria

Nell’ultima sessione degli Esami di stato 2023, una delle tracce assegnate recitava L’idea di Nazione di Federico Chabod. Nel titolo già la falsariga dello svolgimento come percorso individuato, a priori unico, definitivo, possibile.  Dobbiamo dirlo: non si costruisce così il pensiero critico soprattutto riguardo a temi di scottante attualità inficiati, come del resto l’analisi storica dello Chabod, da un percorso binario che mescola insieme storia e politica.

Il termine “nazione” non è sinonimo di patria e, insieme a quello di “sovranismo” pur rientrati nel linguaggio quotidiano, purtroppo sono interpretati ed usati in modo del tutto personale. La stessa cosa vale per il termine Patria che viene interscambiato come sinonimo di nazione. “Patria” è la terra dei padri e nell’Ottocento, prima della nascita dei nazionalismi, si accompagnava all’ideale di fraternità delle nazioni. Il termine “nazione”, invece, è stato strumentalizzato dal fascismo e, se proprio vogliamo usarlo dobbiamo riferirci, come faceva la classe dirigente cattolica nel dopoguerra aggiungendo “nata dall’antifascismo e dalla Resistenza”.  Anche il termine “sovranismo” va usato con cautela per evitarne le ambiguità: esso va usato nell’accezione di interesse nazionale, ma non di nazionalismo che rimanda sempre alla supremazia dell’una contro l’altra nazione.