Giornata mondiale del rifugiato

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La giornata mondiale del Rifugiato, che ricorre oggi 20 giugno, ci ricorda la recente tragedia avvenuta lo scorso 16 giugno nelle acque profonde del Mar Ionio sulle coste del Peloponneso. Si calcola che siano 26 mila i morti negli ultimi 10 anni nelle acque del Mediterraneo che chiamiamo “mare nostrum” attribuendogli la paternità delle politiche nostrane sempre più disumane.

Ci riferiamo a questi fratelli che giungono sulle nostre coste col nome di “immigrati o migranti” mentre in realtà sono persone che cercano rifugio dalla tortura, dai campi di detenzione, dalle guerre, dalle persecuzioni e dalle violenze che li funestano a “casa loro” dove noi vorremmo che restassero.

Cosa, dice oggi la parola di Dio al cristiano del terzo millennio, “ero forestiero e mi avete ospitato…” se chiudiamo anche il cuore alla pietà? Ovunque siano, da ovunque provengano sono anch’esse persone e  chi può sottrarre loro il diritto se migrare o restare?

Il migrante, che cerca rifugio avanza una richiesta di aiuto porgendo le mani nude al fine di stringerne altre per sfuggire a persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria: le cause più visibili delle migrazioni contemporanee e figlie della devastazione della nostra casa comune.