Manifesto

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Svegliati Europa. "Europa Nostra Patria, nostra dimora"

Oggi, come nel 1948, è tempo di compiere scelte forti e coraggiose. È tempo di schierarci per l’Europa. Non si tratta solo di riaffermare una scelta; si tratta piuttosto di riprendere un cammino che mai come oggi è apparso contrastato e faticoso. L’unità dell’Europa non è più percepita come una luminosa meta da raggiungere, ma è vissuta come un limite che impedisce l’affermazione della sovranità assoluta dei singoli Stati.

Nel 1948 gli italiani furono chiamati a scegliere tra la democrazia e il comunismo. Oggi la scelta è tra la collaborazione dei paesi europei per il maggiore benessere di tutto il continente e i risorgenti nazionalismi aggressivi che parevano scomparsi dopo aver provocato, in un trentennio, la catastrofe di due guerre mondiali. Il processo di integrazione europea ha invece garantito al vecchio continente più di 70 anni di pace.

Occorre resistere ai disegni di chi vorrebbe tornare a un’Europa in cui ciascuno Stato persegue i propri immediati interessi, facendo leva sulle innegabili debolezze della costruzione europea così come si è venuta modificando nei tempi più recenti, trascurando l’ispirazione ideale dei padri fondatori.

Occorre recuperare il senso della comune appartenenza a una civiltà che viene da lontano, che parte dall’eredità classica del mondo greco e romano, si arricchisce della tradizione giudaica e cristiana, della cultura rinascimentale, dell’illuminismo e dei principi di libertà della Rivoluzione francese.

Occorre contrastare chi pensa di rinchiudere tutti in piccole patrie in contrasto tra loro, che nel mondo globalizzato del nostro tempo sarebbero condannate a divenire facile preda di vecchie e nuove superpotenze.

Solo un’Europa unita e coesa, che sappia parlare con una sola voce, avrebbe la possibilità di rappresentare e affermare i propri valori di civiltà. Chi, sottolineando difetti e carenze dell’integrazione europea se ne serve per lanciare slogan come: “la nazione prima di tutto”, non fa il bene della propria patria e la condanna all’insignificanza.

È necessario realisticamente riconoscere che la costruzione dell’unità europea ha trovato non poche difficoltà nella sua compiuta realizzazione per l’insistenza degli Stati a puntare su una costruzione intergovernativa, confederale e non federale, a insistere sul principio dell’unanimità e della possibilità di ogni singolo Stato di porre il veto alle decisioni da prendere in comune.

Occorre invece che l’Europa assuma sempre più i caratteri di uno Stato federale, basato sul principio di sussidiarietà, che sappia rispettare e valorizzare le differenti caratteristiche dei popoli che la compongono. Solo così l’Europa unita potrà tenere il posto che le spetta nel mondo d’oggi.

DECALOGO
L’Europa è una comunità: unità tra stati, popoli, lingue, culture
Deve:

  1. rimanere unità tra stati, popoli, lingue, culture;
  2. realizzare un modello nuovo di governo politico a livello sovranazionale;
  3. compiere riforme radicali per contrastare le posizioni sovraniste che la insidiano dall’interno;
  4. cambiare le politiche economiche, fiscali e sociali;
  5. riformare le istituzioni nella direzione di una democrazia ove si decide a maggioranza;
  6. essere spazio politico di un progetto di solidarietà;
  7. superare l’unione contraddittoria di cosmopolitismo e mercato;
  8. diventare soggetto di politica costruendo un modello di difesa comune;
  9. individuare strumenti per dare parola ai cittadini;
  10. realizzare l’unità di valori, di solidarietà, di uguaglianza dei diritti e dell’accoglienza