“Morto un papa se ne fa un altro” così il detto popolare che rappresenta bene quello che avviene quando, anche un papa scompare dalla scena umana della storia nella quale, però, il passaggio tutto terreno della successione aspetta che si compia quello tutto cristiano della sepoltura.
Stanno convergendo a Roma i grandi della terra per rendere omaggio ad un “grande” che ha contrastato le logiche politiche del mondo schierandosi dalla parte di quelli, tanti, che la storia e la politica abbandona sul ciglio della strada.
Mai come in questo conclave si avvera l’espressione di papa Francesco che suona “un mondo a pezzi”.
Infatti, tutti i pezzi del mondo, anche quello più dimenticato come la Mongolia, saranno presenti nella Sistina per compire il rito più antico e grande e solenne della elezione di un Papa.
Ecco l’ultimo miracolo, o l’ultimo scherzo giocato da Francesco a coloro che da tempo mettevano il cappello sul suo successore.
I cardinali scelti da lui, per la maggior parte, non conoscono l’occidente invecchiato nei suoi riti, non conoscono nemmeno la lingua o le lingue che il conclave parlerà, sono fuori, rappresentano i margini di una realtà che mai ha avuto voce e titolo nella scelta di un “capo”, e che capo, che guida la Chiesa universale.
Papa Francesco, il gesuita argentino, descritto da molti come populista o democratico o semplicemente progressista, ha deciso, intravedendola con gli occhi dello Spirito, la Chiesa che verrà la quale, anche se forse con un passo ed un ritmo più lento di quello impresso da Francesco, non potrà che continuare il viaggio.
Il popolo cui Francesco ha guardato non rientra nella categoria sociologica della moltitudine bensì in quella umana della turba (“Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente” Lc, 22, 47) che scelta da Cristo lo segue, mentre percorre il segmento della propria storia, la storia di Cristo.
Che importa se sono gli uomini immigrati o le donne chiuse con i loro figli nelle carceri italiane e di tutto il mondo, se sono i respinti dai muri o i prigionieri delle cause politiche già sconfitte dalla storia, se sono gli uomini e le donne che non rientrano nella casuistica delle categorie umane, che importa se sono piegati su un destino nel quale non si riconoscono, che importa…
È importato a Francesco che li ha cercati tutti fino alla fine anche quando non li ha incontrati e li ha raccolti immaginandoli e prefigurandoli nella schiera dei santi che incoronano Dio.
Le donne del Centro Italiano Femminile hanno incontrato papa Francesco due volte, nel 2014 e nel 2022 e ad esse, come un Padre ha rivolto parole di sostegno, di sollecito impegno, di incitamento a non attardarsi perché, il tempo che si fa breve richiede, che tutti si mettano all’opera.
Si è detto che questo Papa ha contrastato la globalizzazione. Eppure, questo concetto del mondo-globo, nel senso che non ha confini, era nella sua mente articolato come un poliedro del quale ogni faccia «riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità». Secondo il pensiero del Papa «avere una visione poliedrica, implica allenare gli occhi a cogliere e apprezzare tutte le sfumature».
Parole chiare in questo senso le ritroviamo in Querida Amazonia dove scrive che «alcuni slogan hanno contribuito a questa confusione” […] e “con la scusa dello sviluppo, hanno partecipato ad alleanze allo scopo di distruggere” […] “mentre il vincitore continua a prendersi tutto. I poveri restano ognora poveri, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi». (Papa Francesco, Querida Amazonia, 2020, n. 13).
È stato tirato da più parti papa Francesco dalla sinistra per questa difesa dei poveri, dalla destra per la difesa dei “valori non negoziabili”, dai populisti pronti a cambiare casacca in ogni stagione, meno è stato difeso dai cristiani anch’essi spiazzati dal parlare semplice di un Papa che porta la valigia da solo e non indossa le scarpe rosse.
Risuoni ancora per tutti da un confine all’altro della terra il grido di Paolo, il convertito: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?» (Prima Cor; 1,12-13).