“Rachele piange i suoi figli”

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un’altra strage di migranti sulle coste del Peloponneso

Un’altra strage di migranti si è consumata il 14 giugno, sulle coste del Peloponneso a sud della città di Pylos dove è naufragato un peschereccio con 750 persone a bordo. I numeri sono impietosi: si temono 600 morti di cui 100 bambini chiusi nella stiva, mentre i superstiti sono 104. Dal 2014 a oggi sono morte o scomparse oltre 55mila persone nelle rotte migratorie di tutto il mondo, di cui la metà nel Mediterraneo. È l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a tenere il macabro conto delle vittime confermando che la rotta che collega Libia e Tunisia all’Italia è la più letale del mondo. Tutti insieme ora nel cimitero a cielo aperto che è il “mare nostro” ignari della speranza che li aveva sollecitati a non voltarsi indietro verso quanto conoscevano e con gli occhi rivolti ad un ignoto che li ha voracemente ingoiati. «Una voce si ode a Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più» (Ger 31,15).