Sino a quando?

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Comunicato stampa - Roma 22 Aprile 2015

I 500 morti di Lampedusa del 4 ottobre 2013, oggi, 19 aprile 2015, si sono triplicati.
Papa Francesco per le vittime del 4 ottobre 2013, ha pronunciato con forza la parola “Vergogna”.

Tutti ci siamo detti, allora, come comunità nazionale e Stato, che episodi simili non sarebbero più dovuti accadere, che non avremmo più assistito impotenti a quanto da tempo ormai accadeva nel Mediterraneo per contrastare i motivi che portavano e portano migliaia di persone – da gennaio ad aprile 2015 sono già 5.400 – ad intraprendere un viaggio rischiosissimo e perfino aleatorio perché non sanno se arriveranno.

Ma l’Europa è davvero così distante dal Mediterraneo da poter restare indifferente a quanto vi accade? Indifferente a uomini, donne e bambini, come noi, che lo attraversano con disperazione sì, ma con coraggio e speranza per fuggire da guerre, fame, torture, da una vita non vita?

Il Mediterraneo “mare tra le terre ” incrocio delle culture dei tre Continenti che vi si affacciano – Europa, Asia, Africa -, Ponte per continuare il sogno dei fondatori tessendo una convivenza tra i popoli, attraverso rapporti di solidarietà e azioni di scambi culturali, orientamenti peraltro, già indicati nella Conferenza di Barcellona del 1995, è diventato oggi Confine?

Definire il Mediterraneo Confine, cosa che fortemente contrastiamo, sveglierà l’interesse “nordico” dell’Europa la più grande superpotenza del nostro tempo, a trovare soluzioni ad investire adeguatamente, tenendo presente che perseguire quel Bene Supremo Comune che è la Pace mettendo al centro la persona a qualunque etnia appartenga, è ragione più che sufficiente, utile e conveniente anche a se stessi? E che, invece, mantenere saldi e protetti i propri spazi soprattutto economici, porta a pericolose contrapposizioni e fa perdere di vista l’esigenza e l’urgenza di dare risposte concrete ai bisogni delle Persone?

Questo, è bene che lo impariamo laicamente tutti, ovunque ci troviamo a vivere ed operare.