Intervista a Stefano Zamagni, economista, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Fondatore del partito “Insieme”.
di Paola Di Giulio
Professore, la sua idea di fondare un partito di ispirazione cristiana, autonomo e non confessionale in un momento storico particolare nel quale tutte le certezze sono venute meno…
Un cammino iniziato due anni e mezzo fa attraverso 14 gruppi di lavoro che hanno operato per arrivare a definire la piattaforma programmatica del nuovo partito. Mi è stato chiesto di fornire argomenti e aprire prospettive di fattività culturale e politica per dar vita in Italia ad un partito di centro, di ispirazione cristiana (ma non un partito cattolico), semmai un partito di cattolici al quale possono aderire anche persone non credenti. Non si tratta di una riedizione della vecchia DC; quello era un partito cattolico, questo, il fatto stesso che si chiami “Insieme”, ovvero un partito aperto anche a chi non ha la stessa matrice culturale purché abbia gli stessi intendimenti di fondo che definiscono i principi fondativi del partito stesso e che sono iscritti nel Manifesto che è stato approvato a Roma il 30 novembre dello scorso anno; il 4 ottobre di quest’anno è stata approvata la piattaforma programmatica, il nome e il logo ed è stata avviata la seconda tappa con la costituzione di una commissione che deve preparare il Congresso fondativo previsto per gennaio/febbraio 2021.
Il partito ha questa collocazione:
è di centro ed è autonomo sia rispetto alla destra che alla sinistra. Autonomo non vuol dire neutrale o equidistante … è un partito che è disposto a dialogare con tutti coloro che accettano alcuni pilastri fondamentali:
1 – il progetto di andare verso un modello di democrazia deliberativa che è un modello avanzato di democrazia adottato da Paesi più avanzati del nostro;
2 – la prospettiva europea. Oggi l’Europa non è una variabile che può essere modificata a piacimento. “Insieme” è un partito basicamente europeo che ha in animo di promuovere una modifica dei trattati europei perché quelli finora esistenti sono pieni di lacune. Penso a quello di Maastricht, di Dublino, di Lisbona.
3 – realizzare un’economia civile di mercato, ovvero un mercato che ha come suo orizzonte la prosperità inclusiva… per noi non è accettabile che la prosperità vada dissociata dalla inclusività. Prosperità vuol dire aumentare il Pil… nessuno dice come poi verrà ridistribuito questo Pil… e questo noi non lo possiamo tollerare. Tutte le volte che un ministro parla di aumento del Pil, io lo fermo e gli chiedo: “dimmi come pensi di ridistribuirlo”?
4 – passaggio dal modello di welfare-state al modello di società “generative”
che ha al proprio centro la famiglia. Per noi la famiglia è l’unità fondamentale con cui si deve costituire l’intera società. Occorre passare da una politica per la famiglia ad una politica della famiglia. Perché nel primo caso la famiglia è vista come soggetto passivo che riceve come se fosse oggetto di benevolenza pubblica; nel secondo caso la famiglia diventa un soggetto e in quanto tale partecipa ai processi decisionali che la riguardano;
5 –difesa della vita nelle sue diverse articolazioni. Quindi il rifiuto di scorciatoie tendenti ad esaltare, a far diventare di diritto quello che invece è una preferenza (ad esempio di abortire); tu puoi preferire quello, ma la preferenza non ha la stessa coscienza… Se la vita è un valore inalienabile allora bisogna essere coerenti perché quello che stiamo vedendo in giro per l’Europa, in particolare in Olanda è inaccettabile: si è cominciato con l’aborto, poi l’eutanasia per i malati terminali, ora siamo arrivati all’eutanasia di persone che stanno bene. Le persone adulte in Olanda devono dichiarare se intendono suicidarsi o no e lo Stato lo deve consentire. Questo è un piano pendente molto pericoloso perché non solo nega la fondamentale dignità dell’essere umano ma tende a distruggere la società. Su questi principi fondamentali noi non siamo disposti a negoziare, sulle altre cose, sui cosiddetti interessi, si può aprire un dibattito, ci può essere una discussione, un compromesso come sempre si fa. Sui principi non si può negoziare, si negozia sugli interessi.
6 –rifiuto della negativity Police, (la politica negativa), cioè quella che a livello internazionale si designa con questa espressione, ovvero quel tipo di politica che tende a raccogliere consenso parlando male degli altri. È quello che noi vediamo tutti i giorni. Ognuno deve proporre, esaltare la propria proposta senza denigrare quella degli altri, senza demonizzare. Questo significa che il nuovo partito ha come sua cifra la Mitezza. É quello che dice Papa Francesco nella sua ultima Enciclica “Fratelli tutti”, quando parla di amicizia sociale. Io devo difendere le mie idee ma non devo distruggerti.
Infine è un partito anti-leaderistico nel senso che è un partito che sceglie il suo leader alla fine del processo. Ora non lo so. Il leader deve uscire piano piano … noi non dobbiamo fare l’errore di scegliere persone che hanno altri poteri e che per questi raccolgono consensi. Il consenso deve venire dal basso attraverso il processo a base regionale. Ogni Regione ha un suo coordinatore e quindi è in un certo senso è un modello federale e non quello dirigistico centralistico di chi pensa che tutto debba essere deciso a Roma e poi imposto agli altri.
Pensa che il mondo cattolico nelle sue diverse articolazioni, la seguirà?
Piena libertà a tutti così come piena libertà di chi sceglie di collocarsi al centro. Perché tutti parlano di libertà di scelta, ma negli ultimi 25 anni si è impedito che si ricreasse un partito di centro. E, secondo me saranno moltissimi ad aderire: il 35% degli italiani non va a votare; non si riconosce né nella destra né nella sinistra. Di questo 35% almeno la metà sicuramente è su questa posizione; secondo, molti sono i cattolici che in questi anni hanno votato di qua e di là perché non avevano alternative; quindi è evidente che ognuno ha scelto in base a simpatie personali. Nel momento in cui c’è un partito che dice senza vergognarsi “noi ci ispiriamo a principi del cristianesimo” voglio vedere se un cattolico, se è onesto, riesce a voltarsi dall’altra parte.
e… con quale Legge elettorale?
Lo deciderà il partito. Personalmente sono a favore di una legge proporzionale con sbarramento al 5% come il modello tedesco. Perché la legge maggioritaria è una legge che uccide la democrazia.
Nel suo “progetto” Lei fa riferimento alle parole del Papa…
Il Papa dice: “la sostenibilità non può essere solo ecologica o solo sociale o solo economica, occorre anche la sostenibilità antropologica” che vuol dire che noi dobbiamo rendere sostenibile la natura umana nelle sue specificità e non affidare agli algoritmi e all’intelligenza artificiale il compito di decidere a chi deve operare una scelta di un tipo o dell’altro. La sostenibilità integrale composta per noi da quattro elementi: ecologica, sociale, economica e… tecnocratica. Noi vogliamo una sostenibilità di tipo tecnocratico.
Il Paese è pronto per questo ambizioso obiettivo?
Quando non ci sono alternative in gioco non si può pensare che le persone siano tutti degli eroi ed eroine o dei martiri. In questo come in altri casi vale la metafora della “palla di neve” che rotolando a valle diventa valanga.
L’esempio ci viene da Gesù. Lui è partito con 12 persone, ha rivoluzionato il mondo. Se avesse voluto poteva partire dal massimo. Faceva una convocazione di massa a Gerusalemme a tutti gli abitanti. I grossi progetti di trasformazioni nascono sempre dal piccolo.
Benedetto ha salvato l’Europa, san Francesco … iniziano e poi con il meccanismo dei centri concentrici. Questa è la metodologia che noi vogliamo seguire.
Le altre forze politiche?
Loro stanno dove stanno per ora. Quando si vuole avviare un dialogo si porta un pezzo di carta e si inizia con dei punti e dei principi …
Noi siamo Popolari non populisti. Non si può fare un dialogo con il demonio. Il populismo è la negazione del principio cristiano per eccellenza. Bisogna imparare ad essere coerenti.
Economia, dopo la crisi del 2008, alla luce delle ulteriori difficoltà della Pandemia di questo 2020, quali obiettivi deve porsi la politica?
Deve restituirci un ordine sociale fondato su Stato, Mercato, Comunità. Deve comportarsi seriamente con il principio di sussidiarietà che arrivi alla prosperità inclusiva. Cosa che in Italia nessuno lo fa, né la destra, né la sinistra. Sussidiarietà significa mettere in gioco tutti: penso ai corpi intermedi, penso al terzo settore, penso al volontariato.