Dove manca lo Stato, ci sono i campanili

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l’invito di don Maurizio Patriciello al Presidente del Consiglio

La tragica vicenda delle due cuginette abusate dal branco a Caivano, le immagini del degrado urbano e sociale dove hanno mosso i primi passi verso la vita, l’invito di don Maurizio Patriciello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, perché scenda sul terreno della vera miseria umana al fine di comprendere il degrado determinato da tante complicità ed omissioni, ci inducono ad affermare che laddove manca lo Stato si elevano verso l’alto le guglie dei campanili delle nostre chiese. Don Patriciello non è il primo od unico sacerdote che vive con la sua gente tra la gente. È stato preceduto da tanti altri e tanti altri vivono nei nostri quartieri. Li vediamo magari la domenica in chiesa, ascoltiamo le loro omelie mentre scrutiamo di soppiatto l’orologio; camminano tra i nostri palazzi più o meno alti, più o meno ripuliti, ma tutti pieni di umanità che nemmeno si conosce. Li vediamo, questi sacerdoti, e qualche volta affidiamo loro i nostri figli perché magari in parrocchia c’è il calcetto o qualche altro gioco che aiuta a superare i pomeriggi distratti. A volte li conosciamo a mala pena, eppure …. sempre i sacerdoti sono la presenza che non si allontana. Non li scegliamo. non li eleggiamo, a volte neanche ci vanno a genio, ma … se accade qualcosa la chiesa è come la stazione dei carabinieri: è il presidio del territorio, sebbene la chiesa non sempre ci piaccia, abbiamo la pretesa di volere suggerire anche al Papa che cosa dire o non dire tenendo conto degli equilibri della nostra politica estera. Ci infastidisce quando suggerisce che tutti siamo chiamati ad essere operatori di giustizia e tutte le domeniche, anche durante la pandemia (chi non ricorda piazza San Pietro vuota mentre papa Francesco l’attraversa?) all’Angelus quella finestra affacciata sulla piazza, si spalanca sulla la figura vestita di bianco. Vorremmo un mondo su misura, la nostra misura e quando non ci va a genio lo definiamo “al contrario”. Bene signora Meloni: esca dalle vellutate stanze ove si trattano grandi problemi. Esca e venga a vedere queste piccole vite simili alle formiche descritte dal Verga nei Malavoglia ove si rivolge ad una “viaggiatrice per caso”: «Vi siete mai trovata, dopo una pioggia di autunno, a sbaragliare un esercito di formiche? […] Qualcuna di quelle povere bestioline sarà rimasta attaccata alla ghiera del vostro ombrellino, torcendosi di spasimo; ma tutte le altre, dopo cinque minuti di panico e di viavai, saranno tornate ad aggrapparsi disperatamente al loro monticello bruno. Voi non ci tornereste davvero, e nemmeno io; ma per poter comprendere siffatta caparbietà, che è per certi aspetti eroica, bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto l’orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori».