Convegno Nazionale Quadri Associativi
Rimini 21/24 Febbraio 2019
La “filosofia” sottesa all’evento è la seguente:
- riguardo la località scelta (Rimini), siamo state mosse dalla volontà di rompere con una tradizione ormai decennale che ha privilegiato sempre la “centralità” della città di Roma sia per la sua rilevanza religiosa che istituzionale ed anche per la sua collocazione geografica;
- la città di Rimini, tra le altre diverse possibilità, è stata individuata perché facilmente raggiungibile da tutte le linee ferroviarie provenienti dal nord o dal sud d’Italia che prevedono una fermata ad hoc. Per le partenze da Palermo e Catania ci sono voli della compagnia Volotea che atterrano all’aeroporto di Ancona Falconara, mentre dalla Sardegna la compagnia Ryanair effettua scali all’aeroporto G. Marconi di Bologna;
- la data, i tre giorni del mese di febbraio, risponde alla necessità di inserire l’evento all’interno del calendario associativo e alla possibilità di usufruire di costi accettabili in un periodo che non è quello privilegiato dalle compagnie turistiche;
- il titolo scelto dalle Consigliere nazionali, tra i quattro proposti, è il seguente: “Cif: incontro e dialogo con l’umanità di oggi” e merita un’attenzione particolare.
Sappiamo bene che l’associazione, come tutti i soggetti collettivi della società (vedi anche l’articolo dedicato ai corpi intermedi sul numero doppio dicembre/gennaio di Cronache e Opinioni), attraversa una fase delicata che riguarda sia l’identità che la funzione. I sociologi descrivono questa particolare crisi sistemica come disarticolazione interna dei sistemi stessi che rivelano un grado elevato di fragilità e difficoltà a coniugare la funzione sociale con l’azione e la scelta di mezzi adeguati.
Anche il CIF non sfugge a tale condizione che si appalesa come apparente immobilità anche se non ci sfugge quanto sui singoli territori ci sia vivacità e attività.
Ma, la difficoltà che ci riguarda, e che può definirsi con la parola “assenza” è preoccupante perché non è spiegabile con il pesantissimo peso della nostra storia rispetto al quale misuriamo le nostre fragilità e inadeguatezze.
Rimane sul terreno irrisolto il tema della validità della nostra identità che al momento non ci salva dalla marginalità, anzi ce ne rende quasi colpevoli.
Non è in discussione la “categoria” dei valori ispiratori, anche se non possiamo fare a meno di sottolineare come anche la Chiesa attraversi un momento tormentato e difficile. Ci dobbiamo allora interrogare, per dirla con S. Agostino, se non sia giunto il tempo “della terza navigazione”.
Questa di febbraio a Rimini è l’occasione giusta. Tutte e ciascuna dobbiamo sentire la responsabilità della presenza insieme a quella di coinvolgere anche le amiche reticenti facendo loro comprendere che “il tempo è ora”.