A proposito della proroga dello stato di emergenza da Covid-19 al 31 gennaio 2021 contenuta nel decreto-legge Presidente della Repubblica del 7 ottobre 2020
Nel Paese mentre si attende con qualche timore e tremore la possibilità di un nuovo lockdown se i numeri del contagio dovessero aumentare, ferve il dibattito sulla differenza che intercorre tra “stato di eccezione” – come sarebbe il lockdown – e “stato di emergenza”.
Soprattutto riguardo alla loro legittimità in quanto la nostra Costituzione prevede sia l’uno che l’altro. Alla questione posta è necessario rispondere correttamente poiché è diffusa l’opinione che l’emergenza costituisca un pericolo per la stessa democrazia in quanto richiede decisioni urgenti.
Chiariamo allora la differenza tra le due realtà che sembrano equivalenti. Un pericolo non previsto, immediato qualifica l’emergenza (rapine, incendi, etc.); invece vengono considerati provvedimenti urgenti quelli che regolamentano episodi o situazioni che possono essere all’ordine del giorno come i salvataggi in mare.
Oggi è indubitabile che ci troviamo di fronte ad un’emergenza sanitaria a meno che non volessimo essere dei novelli Don Ferrante che di fronte alla peste di Milano del 1630 la negava chiamando in causa addirittura Aristotele.
Che è così lo dicono i numeri, le statistiche, la diffusione mondiale della pandemia e gli episodi di cui ciascuno di noi potrebbe essere stato direttamente o indirettamente testimone.
Concludendo, allora, specifichiamo che l’emergenza comporta il ritorno più presto possibile alla normalità mentre l’eccezione, la quale si ricorre infrangendo le regole, o superandole, o limitandole, impone sempre una nuova regola travolgendo la normalità. Ci siamo soffermati su tutto questo per dire che la democrazia ha bisogno sempre di una vigilanza costante.