Centro Italiano Femminile

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PRESIDENZA NAZIONALE

Le vestali della democrazia

6 Maggio 2025
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L’Ufficio per la protezione della Costituzione ha accertato che Alternative für Deutschland è un’organizzazione «di estrema destra acclarata» e non è «compatibile con l’ordinamento liberale e democratico» della Germania, gli eccessi delle tante verbalizzazioni in politica interna ed estera di Donald Trump, lo stravolgimento della realtà riguardo all’attacco condotto dalla Russia di Putin all’Ucraina, l’ultimo terribile annuncio di Benjamin Netanyahu sulla deportazione della popolazione palestinese dalla striscia di Gaza, l’esito incerto delle elezioni in Romania, la presenza nel cuore dell’Europa dell’ Ungheria  governata da Viktor Mihály Orbán, ci danno il senso concreto della piegatura della democrazia verso sistemi di democratura, crasi di democrazia e dittatura, con cui l’ingegnoso saggista Predrag Matvejevic descriveva i regimi formalmente costituzionali ma di fatto oligarchici.

Nei tempi più recenti, e in varie parti del mondo abbiamo assistito al ritorno parallelo di due forme di potere arbitrario, a volte in conflitto, a volte in sinergia: da un lato, quello delle corti supreme che si arrogano la funzione di legislatore positivo di ultima istanza e si atteggiano a voce indiscutibile della recta ratio, e dall’altro, quello dei vertici monocratici degli esecutivi, che pretendono di essere la vera ed unica voce autorizzata della volontà popolare; entrambi i poteri si pongono o si comportano come sovrani espropriando da tali funzioni gli organi collegiali rappresentativi, cioè alle assemblee parlamentari.

Tutto ci induce a chiederci se la democrazia liberale, almeno così come si è realizzata a partire dall’Ottocento anche se in forme diverse, sappia reggere alla sfida che le viene dal di dentro cioè dalle forze politiche al governo che sebbene vi siano giunte con il consenso popolare, bypassando il sistema dei pesi e contrappesi creati per difendere  la democrazia, esaltano il consenso dal basso, quello popolare e la legittimazione perché la voce del popolo è considerata volontà assoluta al di sopra delle regole che la democrazia si è data.

La democrazia, lo sappiamo bene, è una creazione umana e come tutte le opere dell’uomo è fragile e corruttibile. Può la democrazia difendersi da sé stessa cioè dall’uso improprio dei bilanciamenti che si è dati? Può la volontà popolare che in una elezione, sebbene caratterizzata da forte astensionismo ha assicurato la costanza ad un governo che rivendica il diritto a svuotare l’attività parlamentare, grazie l’uso della decretazione continua, la limitazione dei diritti individuali e personali, la diffusione di un clima di emergenza continua, l’uso improprio della propaganda e dei mezzi di comunicazione di massa che producono una curvatura della verità, l’appartenenza all’Europa vista soltanto come unione economica il cui passaggio a divenire unione politica è continuamente minato dall’interno?

In sostanza la democrazia si dimostra essere un sistema facilmente attaccabile e progressivamente indebolito dall’interno anche se nel passaggio da una forma di democrazia detta liberale, alla democratura è fatta di piccoli e lenti slittamenti non facilmente percepibili o meglio non considerati di essere come pericoli.

Che fare allora perché la coscienza democratica non si addormenti in un qualunquismo di maniera segnalato dalla critica alla democrazia che in quanto tale è considerata causa di tutti i mali in una convivenza di sistemi complessi, nei quali la vita civile è fatta di luci ed ombre?

La storia del passato, e sempre ad essa dobbiamo ritornare, ci rivela che niente di nuovo c’è sotto il sole dell’umanità e, basti guardare a come dalle stesse democrazie siano nate le peggiori dittature e come le stesse leggi, sebbene emanate da organismi legittimati a farlo, possono contenere tratti di illiberalismo tali da significare e consentire il travisamento della democrazia.

Gli uomini e le donne del nostro tempo sono chiamati a essere non semplici osservatori della realtà o viaggiatori quasi per caso di un tempo che è sempre difficile.

Le donne soprattutto, in quanto custodi della vita e perciò del futuro, sono costrette a diventare vestali del fuoco sacro della democrazia perché questo non si spenga.

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