Centro Italiano Femminile

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PRESIDENZA NAZIONALE

19 Ottobre 2023

Il nome di Dio ed in nome di Dio

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Tutti gli uomini pronunciano il nome di Dio

Tutti lo invocano nella propria lingua, lo benedicono o maledicono chiamandolo in causa nelle vicende terrene. Non c’è lingua che non conosca il nome di Dio, non c’è uomo o donna che, almeno una volta nella vita – forse soltanto nel momento dell’ultimo supremo respiro – che non abbia cercato il volto di Dio. Eppure, non c’è un nome come quello di Dio che sia più divisivo. Dio è il mio Dio; Dio è la mia causa; Dio è la mia terra, la mia cultura, la ragione stesa dell’esistere sia come individuo che come popolo. Dio è la spada che separa, divide, uccide, difende o accusa, rialza o atterra in una logica tutta umana.

E l’uomo dov’è? Dove si nasconde per fuggire all’occhio di Dio? Caino dove trova rifugio? Adamo come può sottrarsi pauroso allo sguardo di Dio? In quale terra troverà il suo destino colui che teme Dio? Che Dio è il Dio che va incontro ad ogni desiderio, che si piega alle ragioni individuali, che si fa parte di una parte? Sì, anche Dio parteggia per una parte: sta sempre dalla parte dell’uomo, di ogni uomo perché coltiva un sogno, un sogno che riguarda ogni uomo.

Il desiderio di Dio è trovare nell’uomo il suo interlocutore e tale desiderio è espresso dai verbi: creare, promettere, liberare, comandare, provvedere ed amare. La domanda che nella storia dell’umanità è rimasta delusa è la seguente: perché Dio dovrebbe nel suo amore assumere la parzialità del nostro amore che, come tale, è sempre escludente?

 

 

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